

Telefono rotto: Riparare o buttare?
Tutti noi, in questa era digitale, abbiamo un po' perso le buone maniere. A me capita spesso, quando mangio da sola, di cenare senza mollare il mio cellulare, come se in quel momento dovesse arrivare il messaggio più importante della giornata. Bene, l'altro giorno, a cena con me stessa e il mio telefono, sono riuscita a farlo cadere, rompendo lo schermo e affrontando un pensiero che accomuna molti: è arrivato il momento di comprarne uno nuovo?
In effetti, il ciclo di vita degli smartphone si è accorciato drasticamente negli ultimi anni. Complici il marketing aggressivo e l'obsolescenza programmata, siamo portati a credere che sia più semplice e conveniente acquistare un nuovo dispositivo piuttosto che riparare quello vecchio. Ma è davvero così?
Dopo qualche giorno di riflessione, decido di dare una chance al mio vecchio telefono e di portarlo dal mio tecnico di fiducia che con uno sguardo diretto e un tono quasi sfiduciato, mi chiede: "Vuoi davvero riparare quel coso vecchio di 3 anni?" Anche se la sua domanda suonava ironica, mi ha fatto riflettere: non si trattava di un attaccamento nostalgico, ma forse di un tentativo di pensare in modo diverso.
Curiosa di sapere di più ho iniziato a cercare un po’ di info online trovando parecchio in merito, ho scoperto, ad esempio, che riparare uno smartphone costa in media intorno agli 80 euro, una spesa decisamente inferiore rispetto al prezzo di un dispositivo nuovo, che può arrivare a costare anche dieci volte tanto. Ma non è solo una questione di denaro: ogni riparazione contribuisce a ridurre l’impatto ambientale. La produzione di un nuovo telefono richiede l'estrazione di materiali rari come il litio e il cobalto, comporta un enorme consumo di energia e genera un considerevole quantitativo di rifiuti elettronici, che spesso finiscono in discarica. Inoltre, il processo produttivo genera una notevole quantità di emissioni di CO₂, contribuendo ai cambiamenti climatici.
Il diritto alla riparazione: una svolta normativa?
E qui entra in gioco il concetto del diritto alla riparazione. Recentemente, l'Unione Europea ha fatto un passo avanti in questa direzione, imponendo ai produttori l'obbligo di rendere le riparazioni più accessibili e convenienti. Questo significa che, oltre a dover fornire pezzi di ricambio e manuali tecnici, i produttori sono ora incentivati a rendere la riparazione una scelta vantaggiosa per il consumatore. Un bonus interessante? Per i dispositivi riparati durante il periodo di garanzia, questa viene estesa di un anno, come se il produttore volesse premiarti per aver scelto la via della sostenibilità!
Perché, alla Fine, Riparare è un Atto di RibellioneScegliere di riparare il mio smartphone non è stata solo una decisione economica o ambientale, è stata anche una piccola rivolta contro un modello di consumo che ci costringe a rinnovare continuamente i nostri dispositivi, alimentando una spirale di sprechi. Con la mentalità del "ripara e risparmia", posso fare di più anche se con poco. La prossima volta che il tuo telefono farà la sua acrobazia da circo e cadrà, ricorda: c'è sempre una soluzione più intelligente e sostenibile. E se, per caso, il mio telefono dovesse decidere di "mollarmi" definitivamente, la mia scelta non sarà quella di cedere al consumismo sfrenato, ma di optare per un modello "ricondizionato" o di seconda mano. Questi dispositivi, infatti, vengono accuratamente controllati, riparati e rinnovati, offrendo un'alternativa sostenibile che rispetta il principio del "ripara e risparmia" e riduce ulteriormente l'impatto ambientale.
LINK utili:
EU News: Il diritto alla riparazione entra in vigore
https://www.eunews.it/2024/07/30/diritto-riparazione-entrata-vigore-ue/?utm_source=chatgpt.com
Europarl: Riparazioni più facili e vantaggiose per i consumatori
Diritto del Risparmio: Una rivoluzione per consumatori e imprese
Repair Café InternationalSito ufficiale del movimento globale che organizza Repair Café in tutto il mondo.
https://ispralake.it/vieni-al-repair-cafe-di-ispra-e-dai-nuova-vita-ai-tuoi-oggetti/